Novità dagli archivi

"Quando San Vito Chietino voleva annettersi una parte del territorio di Rocca San Giovanni"

A cura di Oreste Di Carlo.

Documento I

Al Signor PREFETTO CHIETI

(Regesto o riassunto)

“I Sottoscritti, capi famiglia degli abitanti nelle contrade di Rocca San Giovanni delimitate dal Vallone Fontanelli e proprietari di terreni in dette contrade, espongono quanto appresso: Essi nati nel comune di S. Vito Chietino, hanno quivi il loro unico domicilio quale centro dei loro affari; la residenza nel tenimento di Rocca San Giovanni dipende unicamente dall’incremento demografico del comune di S. Vito in rapporto alla ristrettezza del territorio. Del comune di Rocca conoscono il solo Ufficio dell’Esattore dove devono recarsi per pagare le non poche tasse imposte e che, per confronto debbono ritenersi le più gravose della Provincia. Non vi hanno relazioni di parentela, né amicizie, tutta la loro vita si svolge a S. Vito ove hanno i più cari affetti ed i loro morti. Non possono giovarsi di nessun servizio del comune di Rocca compreso e specie quello sanitario pel quale pagano non poco a causa dell’enorme distanza dall’abitato mentre si trovano a pochi passi da quello di S. Vito”. “ Il loro disagio nei rapporti del comune di Rocca, principalmente pel trasporto dei cadaveri, che costituisce un vero disastro nella sciagura, è stato tenuto in considerazione anche in precedenza, tanto che fino al 1917 era consentito compiere presso il comune di S. Vito tutti gli atti dello Stato Civile, ma da quell’epoca, per intrighi bottegai, l’autorizzazione venne revocata aumentando in modo incalcolabile il disagio.” “Sono tenuti nel più assoluto abbandono, nessun provvedimento pei loro bisogni più necessari ed urgenti, ogni richiesta non soddisfatta, qualsiasi reclamo inascoltato” …

[Si è invocata la sistemazione di un tratto di strada, importante per il collegamento con Lanciano, di circa un chilometro di competenza sia di S. Vito che di Rocca, ebbene, mentre il comune di S. Vito, secondo i firmatari, si è reso subito disponibile, quello di Rocca ha sollevato tante obiezioni ed ostacoli per non collaborare]. “Per quanto innanzi, gli esponenti invocano la S.V. che voglia rendersi interprete presso il capo del Governo dei loro voti ardenti per la unione al comune di S. Vito Chietino, della cui Parrocchia fanno parte, ed essere restituiti alla residenza naturale”. “Siffatto provvedimento essi implorano, con fiducia e fede fascista, dal Governo Nazionale”. [Seguono le firme di 67 “capi famiglia” e l’attestazione del Regio Notaro Tommaso PACE di Crecchio. 13 giugno 1927, anno V, nel tenimento di Rocca San Giovanni].

Del distacco da effettuarsi, ne fu redatto regolare Progetto, 25 agosto 1927, da un certo Ing. TAVANI, approvato prontamente con Delibera, insieme alla richiesta firmata dai 67 capi famiglia, dal Comune di S. Vito Chietino in data 5 settembre 1927.

La pronta risposta del Sindaco di Rocca San Giovanni.

Documento II

Ill. mo Sig. PREFETTO CHIETI (Integrale)

“Corre voce che alcuni cittadini di Rocca San Giovanni, istigati dai dirigenti il comune di S. Vito Chietino, abbiano avanzata istanza alla Prefettura perché il territorio al di là del vallone Fontanelli venga aggregato al Comune di S. Vito Chietino per agevolare così meglio i loro interessi commerciali e domestici. Risulta infatti che circa due mesi or sono il Segretario Politico di quel Fascio, insieme ad un suo congiunto, si recò nella casa colonica di I.P. e, dopo aver mandato a chiamare tutti gli abitanti di quella contrada, fino a notte inoltrata, fece raccogliere le firme da un Notaio. Senza indagare se i firmatari di quella istanza si siano recati spontaneamente dai predetti signori o siano stati da questi istigati, faccio rilevare quanto appresso: La parte del territorio da aggregarsi è la più ricca ed ubertosa e, per la sua vicinanza al mare, la più amena. Ha una estensione di oltre 500 Ettari. Attualmente la fronte del mare di Rocca è uguale a quella di S. Vito, cioè di circa m.3700: col distacco di detta zona la fronte del nostro Comune si ridurrebbe di circa m.1500, mentre quella di S. Vito diverrebbe di circa m.5900.

Questa cittadinanza, da tempi remotissimi, ha accarezzato sempre il sogno di fare della zona di quel territorio un luogo di villeggiatura: vi ha infatti costruita una strada rotabile che l’allaccia al capoluogo ed attende che la promessa di una eventuale fermata sulla linea ferroviaria diventi realtà. E’ questo il sogno dei popoli di ogni regione, di ogni nazionalità, di ogni razza che hanno la fortuna di avere il loro respiro sopra il mare. Se domani questo territorio dovesse essere aggregato al Comune di S. Vito, cadrebbero d’un colpo tutte le idealità, tutte le speranze, tutti i sogni che furono oggetto costante della vita di questo popolo laborioso e disciplinato, attaccato fortemente alle sacre istituzioni della Patria rinnovellata. Il danno finanziario poi che ne risentirebbe il bilancio comunale sarebbe sommamente rilevante per la minore entrata di £. 15342,05 dei seguenti tributi locali:

Sovrimposta comunale £. 7462,35

Tassa Focatico £. 1771,75

Tassa bestiame £. 2422,45

Tassa cani £. 237,50

Tassa patente £. 80,00

Equivalente alla prestazione d’opera £. 3368,00

TOTALE £. 15342,05

Né è da obiettarsi che il Comune verrebbe anche a sostenere una corrispondente minore spesa per i bisogni di quella contrada, giacché, solo per la manutenzione della rotabile che la lega al mare, costruita espressamente nel 1923 per allacciare quella frazione al capoluogo, esso paga alla Provincia la considerevole somma annua di £. 5000=, spesa che seguiterà a sostenere anche dopo che sarà mutilato della zona in parola, perché la strada si sviluppa quasi totalmente nel territorio che rimarrebbe di pertinenza del Comune di Rocca S. Giovanni. Di fronte a tale danno, analizziamo quali nuovi o maggiori benefizi ricaverebbero gli abitanti di quella contrada dopo il distacco. La distanza che li separa dal comune di S. Vito Chietino è di circa Km.4 [non esisteva ancora il ponte stradale su Vallegrotte] e da quello di Rocca Km.6, con la differenza che la strada di accesso a quel Comune, per la mancanza di un ponte, non può essere percorso dai veicoli, a meno che non si faccia trasbordo, mentre quella per Rocca S. Giovanni non ha interruzione alcuna. Anche a non voler considerare questo inconveniente, il vantaggio si ridurrebbe a percorrere circa due chilometri di strada in meno per il pagamento dei tributi e per adempiere alle denunzie dei nati e dei morti che, da una statistica decennale eseguita in questo ufficio, ammontano a sole 12 all’anno. Per i bisogni invece commerciali e domestici nessuna migliore condizione si effettuerebbe da quella attuale, perché, come ieri ed oggi, anche domani potranno liberamente continuare ad approvvigionarsi, se vorranno, in quel Comune.

Dopo quanto esposto si nutre fiducia, anzi certezza, che il Governo Nazionale non vorrà assecondare l’ingordigia di un Comune a detrimento degli interessi vitali di un altro, che non merita punizioni, ma bensì premi per la sua laboriosità, per la sua docilità e pel sincero, forte ed entusiastico attaccamento alla Patria ed al Governo di Benito Mussolini”.

Rocca San Giovanni 14 settembre 1927 – Anno V IL REGIO PODESTA’ firma (Arturo Colizzi)

La Pianta planimetrica dell’ing. Tavani, dei territori interessati, si trova inserita in un fascicolo dell’archivio del geom. Filippo Colizzi. Nel mese di ottobre del 1927 la planimetria ricevette l’approvazione di conformità (vi è il timbro) dall’ufficio del Genio Civile di Chieti.

Nel fascicolo, conservato presso l’Archivio Comunale di Rocca San Giovanni, si trova inserita una perizia, non firmata ma certamente di Filippo Colizzi, (poiché ve ne è una copia manoscritta nel suo archivio) con rilievo delle anomalie della planimetria, stranamente sfuggite all’ufficio del Genio Civile.

Documento III

RELAZIONE [Regesto]

“L’Ingegnere non ha bene identificato il confine che divide Rocca da Fossacesia, ponendolo al Vallo San Giovanni e non a quello di S. Biagio”. [Così facendo il litorale di Rocca appariva maggiore ed il distacco avrebbe riportato equità con San Vito] “Ha omesso di tracciare nella pianta il Vallone delle Grotte che segna il confine naturale tra Rocca e San Vito, per attraversare il cui corso d’acqua la Ferrovia dello Stato ha dovuto costruire un ponte di 12 metri di luce”. “Ha lasciata interrotta la strada Nazionale Adriatica che da Fossacesia, attraversando Rocca giunge a San Vito. Non ha tenuto in nessun conto della nuova strada rotabile che dal confine valle Grotte, attraversando Vallevò, giunge fino all’abitato di Rocca”. Altre notazioni sulla Pianta riguardano la posizione errata di contrada Tagliaferri e l’errata attribuzione del nome di Valle Grande e Valle Cavone. Infine il perito, confrontando l’attuale piccola differenza di lunghezza tra la fronte sul mare di S. Vito e Rocca, mette in evidenza lo svantaggio di Rocca che rimarrebbe con soli 1550 metri, dagli attuali m.3650, in maggior parte impervio e privo di strade, [Cavalluccio] “restando sotto lo sguardo dell’abitato il mare di S. Vito”.

Rocca San Giovanni 11 gennaio 1928 - Anno VI

Documento IV

Foto della Pianta in esame 


(Estratto dall'archivio Filippo Colizzi)

Documento V

Verbale del Comune di Rocca San Giovanni [integrale]

L’anno 1928 - VI il giorno 3 di marzo nella Casa Comunale di Rocca San Giovanni.

Il Sig. Arturo Colizzi, Regio Podestà del Comune suddetto, assistito dal Segretario sig. Giulio Sigismondi.

Vista la Nota di S.E. il Prefetto in data 24 novembre 1927 N°20819 Div.II, con la quale si invita questo Comune ad esprimere il proprio parere sulla istanza avanzata dagli abitanti della contrada delimitata dal Vallone Fontanelli per l’aggregazione di essa al Comune di S. Vito Chietino;

esaminata la deliberazione 5 settembre 1927 del Podestà di quel Comune con cui si dà parere favorevole per l’accoglimento della suddetta istanza;

DETERMINA

Controdedursi come appresso:

Il Comune di S. Vito Chietino basa innanzi tutto le sue argomentazioni sui propri confini che crede non essere naturali e sulla ipotesi di una usurpazione che non è e non può essere mai avvenuta. Se per confine naturale s’intende parlare di vallata o corso d’acqua che generalmente segna la delimitazione territoriale tra comune e comune, è lecito domandarsi per quale ragione è stata omessa dalla pianta planimetrica esibita dal Comune di S. Vito (che invece è riportata nella carta dello Stato Maggiore) il Vallone delle Grotte che fu sempre ed è tuttora il naturale confine fra i due Comuni e che, per la mancanza di un ponte, segna il punto di arresto delle due strade che si sviluppano nei territori di Rocca San Giovanni e S. Vito. Rocca San Giovanni venne fondata nel 1076 col distacco di una parte dei possedimenti del Monastero di S. Giovanni in Venere e dall’Abate Oderisio II le fu dettato uno statuto che ci dà una precisa nozione di usi civici, di costumi ed abitudini particolari; ci delimita i confini del territorio di Rocca e ci fa conoscere il diritto concesso ai cittadini di servirsi per i propri bisogni del Bosco dei Fontanelli (Silva de Plansano) e dei territori circostanti, l’uno e gli altri ora compresi nella zona di cui si chiede l’aggregazione. (Alligato N°3).* Nessuna usurpazione quindi, fantasticata dal Comune di S. Vito, è avvenuta a danno del territorio del Castello di S. Vito. Potrebbe forse asserirsi il contrario, ma dove le prove? Il fatto sta che tutte le zone che oggi si vogliono rivendicare da S. Vito hanno formato da tempo immemorabile demanio del Comune di Rocca San Giovanni, giusta ordinanza del Commissario Ripartitore Cav. De Tommasis del 21 ottobre 1810, come si rileva dagli atti della Commissione Feudale depositati presso l’Archivio Parovinciale di Chieti, dalle Piante vidimate dall’agente demaniale sig. Tito Pomponio (alligato N°4)* e dal Regio Decreto 27 agosto 1885 che ne legittimò le occupazioni. (Alligato N°5)* Il confine naturale ed il diritto storico sono quindi incontestabili a favore di Rocca San Giovanni. Ma il Comune di San Vito, conscio della debolezza di tale argomento, ricorre a quello demografico, pretendendo dedurre dalla densità della popolazione la necessità dell’ampliamento del proprio territorio. È incontestabile che la densità della popolazione in rapporto al territorio è sempre maggiore nei paesi industriali e commerciali anziché in quelli agricoli. Se in S. Vito si è addensato un nucleo relativamente notevole di popolazione, ciò dipende dalla sua posizione favorevole ai traffici ed ai commerci, che sono le fonti principali dell’elemento economico per il sostentamento della popolazione. Rocca San Giovanni, invece, mancando di tali risorse e per essere un paese prettamente agricolo, ha bisogno di maggiore estensione di territorio in rapporto ai suoi abitanti perché l’elemento produttivo possa essere sufficiente ai propri bisogni. Se S. Vito ha conseguito notevole incremento di popolazione per effetto della ferrovia Sangritana e della viabilità ordinaria, per essere stazione climatica, per l’importante industria peschereccia agevolata anche dal costruendo porto, a totali spese dello Stato, fattori tutti di ingenti risorse per la popolazione e per le finanze comunali, non è giusto che il beneficio conseguito si converta in istrumento per continuare ad arricchire a danno dei vicini. L’elemento demografico quindi si risolve anche a favore di Rocca S. Giovanni quando si consideri infine che la sua popolazione è in notevole aumento, dopo l’ultimo censimento, tanto da raggiungere la percentuale del 40 per mille abitanti, la cifra più alta finora raggiunta fra i diversi stati d’Europa, come ci fa rilevare il duce nel suo memorando discorso alla Camera dei Deputati. Per quanto si riferisce alla circoscrizione ecclesiastica si deve far rilevare che, a parte la discutibile attendibilità in materia del certificato rilasciato dal Parroco di S. Vito, col semplice visto del Vescovo, il certificato stesso non accenna ad un fatto qualsiasi costitutivo della circoscrizione parrocchiale e si limita ad una semplice costatazione di fatto, solo in parte, consuetudinario di quei cittadini di servirsi della Parrocchia di S. Vito per maggiore loro comodità. L’applicazione della Sentenza della Cassazione di cui si fa cenno nella deliberazione del Comune di S. Vito, poteva aver luogo quando le zone di territorio erano sprovviste di mezzi di comunicazione, ma non oggi in cui esse sono allacciate al capoluogo da due splendide strade: una, nazionale adriatica, che si svolge nella zona dei Fontanelli e l’altra verso Vallevò alla marina: la prima interrotta e la seconda omessa nella pianta esibita dal Comune di S. Vito, ma precisamente riportata nella nostra. (Alligato N°2)* S. Vito infine dichiara che nessun danno ne deriverebbe al Comune di Rocca San Giovanni col distacco della zona in parola. Se la soppressione di circa 500 Ettari di terreno, se la riduzione a soli metri 1550 della costa marittima, se la sottrazione alle finanze comunali di L.15342,05 per tributi locali non costituiscono danno alcuno, è lecito domandarsi in qual modo si possa più seriamente compromettere gli interessi e la vita stessa di un Comune di 3000 abitanti col favorire l’ingordigia di un altro. Ne deriverebbe anzi la distruzione di un Comune che ha tutti gli elementi vitali per continuare nella sua autonomia millenaria, ciò che non può essere ammissibile in sede di rivendicazione la cui iniziativa è stata determinata da privati interessi e solo dopo tale iniziativa il Comune di S. Vito è intervenuto a far propria le ingiustificate pretese, colorandole di un pubblico interesse che non esiste. Basta esaminare la nostra pianta per rilevare quale insufficiente zona di territorio resta al Comune di Rocca S. Giovanni e di quanta considerevole estensione viene ridotta la nostra fronte sul mare: attualmente essa è uguale a quella di S. Vito; con l’aggregazione la nostra si riduce a soli metri 1550, mentre quella di S. Vito raggiunge i metri 5570 per portarsi poi a metri 7695 con le eventuali rivendicazioni a danno del Comune di Ortona. La parte poi costeggiante il mare che resterebbe al Comune è ripida ed impraticabile, mentre l’altra è la più ricca, la più ubertosa e la più amena. Questa cittadinanza, da tempi remotissimi, ha accarezzato sempre il sogno di farne un luogo di villeggiatura: vi ha infatti costruita una strada rotabile che l’allaccia al capoluogo ed attende che la promessa di una eventuale fermata sulla linea ferroviaria diventi realtà. È questo il sogno dei popoli di ogni regione, di ogni nazionalità, di ogni razza che hanno la fortuna di avere il loro respiro sopra il mare. Se domani questo territorio dovesse essere aggregato al Comune di S. Vito, cadrebbero d’un colpo tutte le idealità, tutte le speranze, tutti i sogni che furono oggetto costante della vita di questo popolo laborioso e disciplinato, attaccato fortemente alle sacre istituzioni della patria rinnovellata. Di fronte a tale grave danno, analizziamo quali nuovi e maggiori benefici ne ricaverebbero gli abitanti di quella contrada dopo il distacco. La distanza media che li separa dal Comune di S. Vito è di circa km4 e da quello di Rocca di km6: il vantaggio si ridurrebbe a percorrere circa 2km di strada in meno per il pagamento dei tributi e per adempiere alle denunzie dei nati e dei morti che, da una statistica decennale eseguita in questo ufficio, ammontano a 14 all’anno per le nascite ed a sole 6 per le morti. Per i bisogni invece commerciali e domestici, nessuna migliore condizione si effettuerebbe da quella attuale, perché, come ieri ed oggi, anche domani potranno liberamente continuare ad approvvigionarsi, se vorranno, in quel Comune. Non si ritiene neppure di soffermarsi sulle gratuite assertive contenute nella istanza perché mai nessun reclamo è stato avanzato sui servizi comunali e l’Autorità ha potuto constatarne costantemente la perfetta regolarità.

Dopo quanto esposto

DETERMINA

Esprimersi, come di fatto esprime, parere sfavorevole per l’accoglimento della istanza di cui sopra e far voti che il Governo Nazionale non voglia assecondare l’ingordigia di un Comune a detrimento degli interessi vitali di un altro, che non merita punizioni, per la sua docilità e pel sincero, forte ed entusiastico attaccamento alla Patria ed al Governo di Benito Mussolini.

*Non sono stati trovati copie degli allegati citati nel verbale.

Documento VI

Foto Certificato affissione Albo Pretorio Comunale

 

Si ringrazia in particolar modo il Comune di Rocca San Giovanni per aver permesso l'accesso all'archivio storico Comunale.